Anche quest’anno l’Associazione Migranti con ANPI, Fondazione Portogruaro Campus, Centro Aldo Mori e Università della Terza Età, ricordano le famigerate leggi razziali introdotte dal fascismo nel 1938 con un evento che focalizza i loro tragici effetti tra gli ebrei.
Si è scelto, questa volta, di restare “in casa” raccontando le vicende di un ebreo veneto, Gino Luzzatto, originario di Padova e a lungo vissuto a Venezia.

Luzzatto è di casa perché a lui è stato intitolato, nel 1967, l’allora Istituto Tecnico Commerciale della città, oggi il maggiore per numero di allievi.
Ma a renderlo ancora più vicino è stata una delle sue prime scelte quale Rettore di Cà Foscari dopo la Liberazione: il 16 luglio del 1947 conferì postuma la Laurea ad honorem in Lingue e Letterature Straniere al portogruarese Ampellio Iberati, studente di Ca’ Foscari che non poté portare a termine i suoi studi universitari in quanto impiccato dai nazifascisti il 12 dicembre 1944 a Portogruaro. Iberati era un regio carabiniere volontario che aveva aderito alla Resistenza partecipando alle operazioni di guerra della Divisione partigiana “Osoppo- Friuli”.

La vita del professore Luzzatto sarà portata sulla scena da uno spettacolo di Artivarti, per la regia di Max Bazzana, interpretato da Stefano Rota, Martina Boldarin e la danzatrice Karin Candido. Numerosi e di grande livello i patrocini: oltre che all’ISIS Luzzatto e il Comune di Portogruaro, le Università Aldo Moro di Bari e Ca’ Foscari di Venezia, la Città di Padova e la Città Metropolitana di Venezia, l’Unione delle Comunità Ebraiche d’Italia e le Comunità ebraiche di Padova e Venezia. Il progetto, che coinvolge anche gli studenti del Luzzatto, è finanziato dalla Fondazione di Comunità Santo Stefano di Portogruaro.

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